Cantina La Torretta

Sabato 7 Ottobre h12:00

“Il fine di tutto il nostro esplorare sarà di giungere al punto da dove siamo partiti e di conoscere il luogo per la prima volta”. (…)

C’è un passaggio obbligato alle pendici del monte Tuscolo per chi procede verso sud, come un salto nel tempo, lungo la Via Anagnina: una rampa di lancio improvvisa, spalancata sullo splendore sornione dei Castelli Romani. Una sorta di scappatoia, un ponte immaginario, tra il trambusto del Raccordo Anulare e il fronteggiarsi delle auto nel traffico. E c’è tutto un paesaggio in agguato oltre l’ordinata schiera degli alberi dell’olmo, alla fine di quella salita generosa e spietata. E ancora un cambio di rotta imprevisto. Una sterzata decisa sulla destra, quasi una fuga all’indietro, mentre il breve tratto di una stradina guardinga fiancheggia l’accoglienza materna delle prime case di campagna. Là dove Roma è già lontanissima, anche solo a dieci minuti di distanza: un fondale di scintille sconnesse ai bordi di una luce finalmente distesa.

 

Ed è proprio su quel confine che andremo assieme, Sabato 7 Ottobre, per visitare “La Torretta” una tra le più promettenti cantine della nuova generazione di vignaioli del Lazio.

Parleremo del Frascatier mejo vino de li Castelli – e delle sue contraddizioni; del tempo trascorso e di una tradizione secolare che si sta rinnovando nell’impegno di tante famiglie che, come quella di Riccardo e Maria, hanno scelto nel gesto agricolo la loro forma di radicamento, di crescita e di racconto. Ritroveremo il tema delle vinificazioni spontanee, il dilemma del legno di castagno e la valorizzazione delle anfore interrate.
Conosceremo un artigiano sapiente, la sua maestria e i suoi timori. Ma più di ogni altro parlare, incontreremo la febbrile passione di una coppia di compagni – e di amici – capace di trasmettere ai propri vini un’impronta di genuina convivialità e tutto lo slancio di questo territorio unico che affondano nelle nostre radici: nella nostra tavola come nei nostri cuori. Riprese e ritorni, insomma, a destare nuovamente la vertigine dei PerCorsi e il desiderio di viaggiare ancora “col giro largo delle nuvole in autunno”.

(…) Thomas Stearns Eliot, da Quattro Quartetti. 

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